Traduzione

mercoledì 26 settembre 2012

"SONO UN ACCANITO LETTORE DE 'I MISERABILI', A ME I CLOCHARD PIACCIONO TANTO!" (cit.)


Succede ad Este, provincia di Padova:

«Se qualcuno mi offre un lavoro, butto via la stampella». Alla faccia dello zoppicamento e di chi prova pietà per quel passo così sofferto. Marius ha 19 anni, è rumeno e bazzica per l’Italia da almeno due anni. È l’accattone che, almeno per una settimana al mese, si vede all’incrocio dell’Extense, lungo la Padana Inferiore. Si mette tra via Pietro Tono e via dei Paleoveneti e, stampella alla mano, chiede l’elemosina ai pendolari. Da qualche settimana non è più solo: con lui ci sono Cristi e Dan, 52 e 25 anni. Quell’incrocio ormai è loro dominio. A loro il sindaco Giancarlo Piva ha dichiarato guerra («chi lascia loro delle monete fa solo carità pelosa»), a loro poco importa se puntualmente devono far tappa in caserma per mostrare documenti e promettere di abbandonare la città per sempre. «I carabinieri o la polizia arrivano, ci portano da loro e ci chiedono i documenti.
Noi allora sappiamo che dobbiamo andarcene per un po’» racconta Marius «Io mi muovo tra Legnago, Udine, Monfalcone, Modena e Ferrara. Sto due o tre settimane in un posto, poi cambio». E a Este dove dorme? «In un parchetto vicino al cimitero», risponde senza problemi, indicando molto probabilmente gli edifici abbandonati delle ex officine Negrello. Marius parla a ruota libera, mentre Cristi e Dan fanno finta di non capire l’italiano, anche se di fronte a qualche domanda scomoda storcono il naso e guardano malamente il collega con la parlantina. Quanti soldi si raccolgono a quest’incrocio? «Pochi, ormai non ne dà più nessuno» continua il rumeno «Se mi va bene, faccio 5 euro al giorno». Certo, quella stampella e quel passo claudicante aiutano… «Mi sono tagliato da giovane, con un vetro. Mi hanno dato un sacco di punti» spiega Marius, mostrando effettivamente una brutta cicatrice sull’avambraccio. E la gamba? «Ho dei problemi a camminare, mica mi diverto a star qui. Se trovassi un lavoro, butterei via la stampella». Beh, allora vuol dire che non ti serve veramente? «Diciamo che non sono così grave e non mi fa così male», risponde tradendo un sorriso beffardo. Cristi e Dan lasciano il luogo “dell’interrogatorio”, spazientiti: «Basta, dobbiamo lavorare, mica facciamo soldi stando qui a parlare», borbottano spazientiti, tirando per la camicia il collega che ha tempo per un’ultima battuta: «Dai, fammi una foto e domani mi porti il giornale. Io, intanto, sono sempre a questo semaforo».
Mi sembra il classico articolo-farsa, completamente inventato. Ma se fosse vero, consiglierei ai tre giovani rumeni di trasferirsi a Padova, dove gli accattoni fanno fortuna. Guardate cosa è successo ad un loro connazionale.
PADOVA. Tre multe pagate all'istante, in contanti. In tasca un rotolo di banconote da 50 euro, per un totale di 500 euro. È la scena a cui hanno assistito gli agenti di Polizia Municipale che hanno sanzionato per accattonaggio molesto un romeno con folta barba bianca che chiedeva l'elemosina con insistenza con un cappello sul ponte delle Torricelle, tra via Roma e Corso Umberto I. Alla vista degli agenti l'uomo si è messo a correre verso la questura. Ma gli agenti lo hanno inseguito, fermato e multato. È stato sanzionato anche per aver attraversato la carreggiata in modo non regolamentare.
A questo punto penso seriamente che mi procurerò una stampella ed andrò ad un semaforo a chiedere l'elemosina. Quanto alla casa, cerco uno zingaro che subaffitti la sua nuova residenza in via Longhin. 35 euro al mese non dovrebbero essere un problema.
Padovani, facciamoci delle domande, seriamente però! 

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