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giovedì 20 settembre 2012

LE NOSTRE COLONIE: ALBIGNASEGO

Logo del Comune di Albignasego

Questo sito si chiama, non a caso, "Padova e dintorni". Che significa che parlerà a 360 gradi di Padova e dei suoi dintorni, ovvero la provincia. Personalmente mi è sempre importato poco che uno venisse da Trebaseleghe piuttosto che da Agna: per me, sono tutti padovani. Ma mi rendo conto che non è sempre stato così.
Fino a una decina d'anni fa esisteva una profonda differenza fra i padovani del centro, quelli dei quartieri, quelli della periferia e quelli della provincia: i residenti in centro si consideravano gli unici veri "padovani doc", quelli dei quartieri guardavano dall'alto in basso quelli che risiedevano in periferia (i vari paesi della cintura urbana) bollandoli come "boari", mentre i residenti in provincia erano schifati ed a loro volta schifavano tutti gli altri. Oggi non è più così, Padova si è decisamente sprovincializzata e non si nota più una gran differenza fra la gente che abita in centro, nei quartieri o in periferia (anche perchè ultimamente il centro è molto popolato da gente che viene da fuori, ed i padovani "doc" spesso è più facile trovarli nella cintura urbana o addirittura in provincia dove gli affitti sono decisamente più bassi); mentre persiste qualche differenza con i paesi della provincia più profonda, dove per ovvi motivi di distanza e di "cultura" non si sente più di tanto il legame col capoluogo. Inoltre ci sono dei paesi, specie nelle zone di confine, che non si sentono affatto padovani (si pensi all'area del cittadellese per esempio).
In questa rubrica pertanto, andremo a conoscere tutto ciò che è "fuori Padova", ovvero la periferia e la provincia, comune per comune, partendo in questo caso dal più popoloso: Albignasego!


Albignasego è un comune appartenente all'area metropolitana di Padova, situato al confine meridionale della città. Oltre che col capoluogo, confina con i comuni di Ponte San Nicolò, Casalserugo, Masierà di Padova e Abano Terme. Come già detto è il comune più popoloso dell'intera provincia, con 24.064 abitanti censiti, divisi nelle frazioni di Sant'Agostino, Mandriola, Lion, Carpanedo, Ferri, San Giacomo e San Tommaso.

 


Storia (ripresa da Patto Veneto).

Il territorio comunale era certamente abitato molto prima dei Romani, come dimostrano le testimonianze di antichi insediamenti di epoca neolitica e paleoveneta. 


Risale ai Paleoveneti la statuetta di guerriero in bronzo con le mani alzate, rinvenuta ad Albignasego nel 1894. Ma la scarsità di ritrovamenti nell'area comunale fa ritenere che in epoca preromana i villaggi di quest'area alle porte di Padova, fossero abitati esclusivamente da agricoltori e allevatori. 

Il territorio era protetto da un corso d'acqua che passava per la frazione Mandriola e che veniva usato anche come via di comunicazione con la città.
In epoca romana Albignasego acquisì importanza e il collegamento a Patavium divenne costante, tanto che il territorio fu eletto Pagus Disaenius, ossia distretto, come risulta da un'epigrafe rinvenuta nel 1861 nell'area cimiteriale, riguardante una chiesetta di epoca romano- longobarda.
I rapporti con la città divennero quotidiani, anche perché a Padova si esercitavano le professioni nobili e la giustizia e vi si poteva assistere a spettacoli, cerimonie religiose, teatro e corse di cavalli nel circo Zairo. Le prime testimonianze in tal senso risalgono alla fine del II secolo.
Declinato l'Impero Romano subì i saccheggi e le distruzioni delle orde barbariche. Quella longobarda, in particolare, che segnò più fortemente il territorio facendo insediare una civiltà romano-longobarda di cui si hanno tracce in almeno due casi: il cippo con l'iscrizione "Pagus Disaenius" e l'edicola di L. Vario rinvenuta a Lion. 
1589:Terribili inondazioni coinvolsero con gravi lutti e danni non solo Padova, ma anche Albignasego, provocando il mutamento del corso di diversi fiumi.
Anche successivamente la storia di Albignasego fu strettamente legata a quella del capoluogo e le più consistenti tracce di devono ai frati della basilica di S.Maria e S.Giustina: quest'ultima aveva diritto di decima sacramentale su molti villaggi dell'hinterland. 
L'atto di nascita ufficiale della città di Albignasego lo firmò l'imperatore longobardo Berengario I il 20 aprile 918.
In epoca medievale ad Albignasego sorsero numerosi tituli, le cappelle in cui era concesso battezzare solo in punto di morte: e una di queste ha originato l'attuale Chiesa parrocchiale.
Nei secoli a venire Albignasego venne popolata da nobili casati e da ricchi commercianti veneziani, che qui innalzarono grandi corti di campagna, con ville, alloggi per il gastaldo e per i villici.
Le terre erano coltivate dal volgo che viveva nei casoni dal tetto di paglia (vedi I casoni). I più poveri erano aiutati dalla chiesa locale che destinava ad essi una parte delle sue entrate, mentre gli ecclesiastici di Padova (che qui possedevano terreni) non avevano altrettanti scrupoli.
Nel 1237 fu devastata dal tiranno Ezzelino da Romano e nel 1320 da Cangrande della Scala. Nel Trecento fu al fianco dei Padovani contro la Serenissima Repubblica. 
La Serenissima vittoriosa sui Carraresi nel 1405, estese il suo dominio anche in questo territorio per 4 secoli. Grazie ai semi americani fino allora sconosciuti, Albignasego iniziò nel Cinquecento la rotazione delle colture dando vita ad un'agricoltura moderna. Dai Veneziani ai Francesi, agli Austriaci, per tornare poi all'Italia.

Villa Mandriola ad Albignasego

Ville, chiese e monumenti.

VILLA SAN BONIFACIO (o VILLA MANDRIOLA): Il complesso architettonico, detto anche della Mandriola, posto nei pressi del terzo chilometro della Strada statale 16 Adriatica, fu costruito della famiglia veronese dei Conti di San Bonifacio nel XVI secolo. La villa fu fatta costruire nella zona attualmente conosciuta come Mandriola, ma detta in epoche storiche anche San Bonifacio, dalla nobile famiglia veronese dei San Bonifacio visto che la Famiglia dei Conti di San Bonifacio si divide allora in due rami, di cui l'uno rimane a Padova e l'altro torna a stabilirsi in Verona.
La facciata principale della villa risulta in parte mutila dell'originale frontone perso in seguito a una tromba d'aria che si è abbattuta negli anni settanta del secolo scorso sulla zona.
Inalterato, invece, risulta il monumentale Salone delle Feste o Sala da Ballo della Villa che occupa l'altezza dei due piani dell'edificio. Ha le pareti decorate da affreschi raffiguranti le fatiche di Ercole e il soffitto è decorato da un grande affresco di scuola "tiepolesca ", dai colori leggeri che raffigura Apollo e le Muse ed è attribuito a Gian Battista Canal. Di notevole interesse è la balaustra lignea che delimita il ballatoio che corre lungo tutto il perimetro della sala.
Rilevante l'annesso Parco romantico di circa cinque ettari, che circonda la villa, abbellito da viali intervallati da grandi statue settecentesche rappresentanti personaggi mitologici che conducono attraverso il grande bosco composto da una vasta quantità e varietà di piante secolari e monumentali altre che al laghetto.
Adiacente alla villa è presente un edificio risalente al XVI-XVII secolo, restaurato nel Settecento per le nozze di Ercole San Bonifacio con Teresa degli Obizzi.
Infine, va citato l'annesso oratorio dedicato a San Jacopo (risalente al 1600), che presenta un campanile a cuspide di tipo romanico a pigna. Questo oratorio aveva nome di Abbazia e fu la prima chiesa della comunità di "Mandriola".

VILLA OBIZZI: La Villa Obizzi risale al XVII secolo, ed è accostata alla figura di Pio Enea II Obizzi. Essa sorge nel centro del paese ed è circondata da un giardino, il quale ora è diventato il "Parco della Rimembranza". La villa è adibita oggi a sede di uffici comunali e alla biblioteca della cittadina. Numerosi i restauri, l'ultimo dei quali ha riportato la villa al suo antico splendore nel 2007.


VILLA SALOM: La villa, il cui nome completo è Villa Lion Salom Bragadin si trova nella frazione di Lion ed è attorniata da un grazioso parco con un piccolo laghetto. Essa fu costruita sul finire del XVI secolo su mandato della famiglia veneziana dei Bragadin. Nei secoli successivi subì diverse ristrutturazioni da parte dei successivi proprietari, gli Obizzi ed i Salom: questi ultimi fecero costruire nel parco un piccolo castello del quale oggi restano solo poche rovine. Oggi è di proprietà della famiglia Michieli e ospita un ristorante (prosciutteria).

Curiosità e tempo libero.

Negli ultimi 20-30 anni Albignasego si è ingrandita parecchio, passando dai 15.000 abitanti del 1981 agli oltre 24.000 di oggi. Come dicevo sopra, si tratta di un processo che riguarda un pò tutta la provincia e la cintura urbana, dal momento che negli ultimi anni moltissimi padovani di città si sono trasferiti al di fuori delle mura, facendo di fatto crescere la popolazione dei centri dell'hinterland. 
Ad Albignasego ho legato dei bellissimi ricordi della mia giovinezza, e negli anni '90 frequentavo pure una compagnia nella frazione di Mandriola. Compagnia che oggi non esiste praticamente più. E questo processo si può riscontrare un pò in tutto il territorio di Albignasego, che un tempo era un posticino bello vivace ed oggi nonostante la crescita è poco più che un quartiere-dormitorio.
Ovviamente ne risente anche il tempo libero, visto che di divertimenti non offre granché: un tempo si andava al Papessa il sabato sera, e si beveva dell'ottima birra ascoltando anche musica dal vivo al Red Fox Pub, mentre oggi all'interno del Comune non è rimasto granché... 
Oggi vanno molto di moda i cosidetti "dinner bar", locali dove ci si trova in genere per un aperitivo lungo. Se avete voglia di farvi un buon aperitivo, condito da un generoso buffet, vi consiglierei il Caffè degli Obizzi sito in Largo degli Obizzi, nel pieno centro di Albignasego vicino all'omonima villa.
Se invece volete bervi una buona birra ed amate la musica live fatevi un giro all'Osteria del Vagabondo, in Via Risorgimento 29 nella frazione di San Giacomo, aperto tutti i giorni (tranne il martedì) dalle 16 alle 2 di notte, dove potete cenare ed ascoltare musica con birra di varie nazionalità. Sempre nel campo dei pub, consiglierei anche La Pecora Nera il Vicolo Lombardia, non molto frequentato, ideale per chi ama i posti tranquilli e rilassanti, e con prezzi più bassi del solito. 
Per pranzi e cene invece consigliatissima la Trattoria dalla Nena, in Piazzale della Torre sempre a San Giacomo. Cucina tipica, pizzeria e pesce. Prezzi onesti e porzioni grandi.

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