Traduzione

lunedì 8 ottobre 2012

PADOVA-VERONA SUGLI SPALTI


In concomitanza al derby col Verona, apro questa nuova rubrica su "Padova e Dintorni", il cui nome sarà "Io tifo Padova". Sarà una rubrica un pò particolare, in quanto il suo scopo non sarà quello di visitare i vari eventi sportivi, ma di dipingerli secondo la visione del tifoso che è in me. Come molti sapranno infatti il tifo sportivo in generale e calcistico in particolare esula da quello che è il puro e semplice evento sportivo, arrivando a costituirsi come una sorta di "competizione parallela" fra le due fazioni. Una competizione che genera nuove tribù, che sarebbero le tifoserie, più o meno organizzate. Per dirla in parole povere: io sono molto tifoso del Calcio Padova, ma prima ancora che interessarmi del risultato del campo o dell'andamento del Calcio Padova in campionato, mi interessa che la tifoseria del Calcio Padova (quella di cui faccio parte) faccia bella figura sugli spalti. Non mi disinteresso della squadra, come si può pensare, anzi dal risultato conseguito dal Calcio Padova nel week-end dipende spesso il mio umore per l'intera settimana successiva; tuttavia sono profondamente convinto che se noi tifosi possiamo influire fino ad un certo punto per quanto riguarda lo svolgimento dell'evento sportivo (il Padova potrebbe pure avere un tifo stellare, ed i tifosi più caldi e fedeli d'Europa, rimane il fatto che se domani incontra in casa propria il Barcellona che di tifosi al seguito ne ha più o meno zero, prende otto palloni!), la sfida con la "controparte" sugli spalti dipende esclusivamente da noi, e dobbiamo impegnarci al massimo per vincerla. Questo è un ragionamento che funziona sia che lo si applichi in termini puramente di tifo e folclore, sia che si parli di violenza...
Ora, so che questo mio punto di vista non sarà condivisibile da tutti, in quanto molte persone interpretano il tifo in maniera completamente diversa. Queste persone sostengono di incitare una squadra, in realtà guardano la partita e applaudono a qualche bella azione. Più che tifosi sono spettatori. In mezzo a loro ci sarà sicuramente tanta gente che, pur rimanendo ancorata alla propria visione delle cose, rispetterà anche la mia. Ed io rispetterò comunque la loro. Ma ci sarà sicuramente qualcuno, qualche "intellettuale" che si arrogherà il diritto di pensare che io non sono un vero tifoso, ma ragiono così perchè sono un delinquente. Bene, è giusto che sappiate che non tengo nella benchè minima considerazione quest'ultima opinione: non vi piace ciò che scrivo? Sti cazzi, la rete è grande, andate a visitare un altro sito e fatemi un bel pompino (non letteralmente, non vi frutterebbe nessun vantaggio!). Di sicuro non scrivo per avere la comprensione di chicchessia, e non mi interessa averla, quindi fate vobis!

Come ho già detto sopra, il tifo genera delle tribù che gareggiano spesso e volentieri fra di loro per superarsi e che portano i loro membri a compiere atti di grande sacrificio pur di tenere alto il nome della propria tribù. Nel caso del calcio, noi membri di quelle "tribù" chiamate tifoserie, quasi sempre ci sentiamo i migliori rappresentanti delle nostre stesse città. Io sono padovano, e sono fiero di esserlo, e nel corso degli anni ho portato il nome di Padova ed ho rappresentato la mia città sugli spalti e sulle gradinate di tutta Italia. Io almeno la vedo così. Negli ultimi anni purtroppo molte cose sono cambiate, e quello che dovrebbe essere un diritto di ogni cittadino in un paese che si definisce "civile" e "democratico, ovvero seguire la propria squadra in trasferta in virtù del principio di libera circolazione dei cittadini, è diventato quasi impossibile. L'unico sistema per poter usufruire di tale diritto è quello di sottoscrivere una stupidissima carta di credito ricaricabile chiamata "tessera del tifoso", imposta dal Ministro Maroni spacciandola come un "sistema di controllo per la sicurezza" ed in realtà inutile cavillo burocratico che la stragrande maggioranza delle tifoserie italiane rifiuta, col risultato che le trasferte non sono più seguite da nessuno o quasi, pertanto il confronto sugli spalti è diventato a senso unico (cioè con la sola tifoseria di casa) salvo rarissime eccezioni...
Il Verona fa parte proprio di queste eccezioni, in quanto ha al seguito una gran tifoseria, che ha fatto la storia del tifo in Italia negli anni '80 con le Brigate Gialloblù, uno dei gruppi più irriverenti, originali, creativi e violenti di quel tempo, e che anche in seguito allo scioglimento delle suddette Brigate si è mantenuta comunque su alti livelli con un seguito che molte realtà più grandi si sognano di notte. Non solo, ma Verona è anche una delle pochissime tifoserie italiane ad aver sottoscritto in massa la tessera del tifoso, e pertanto è una delle poche a potersi muovere liberamente in trasferta. Ne consegue che la partita con loro è una delle più attese, sia perchè è un derby, sia perchè è una delle rare volte che nella curva ospiti si vede una controparte.

La storia del derby col Verona in realtà è molto più complessa e va raccontata: nel mondo delle tifoserie, i veronesi sono stati sempre visti come quelli "diversi". Diversi su tutto, a partire dall'ideologia (erano fra i pochissimi di estrema destra alla fine degli anni '70 quando la stragrande maggioranza delle tifoserie italiane simpatizzava verso sinistra...), dal modo di tifare ostinatamente filo-britannico (anche se in realtà loro ci tengono a precisare che tifano "alla veronese", ed in un certo senso hanno ragione) arrivando al punto di eliminare i tamburi (un tempo elemento tipico del tifo italiano) ed a limitare al minimo le coreografie ed il colore, dai cori che cantano e che sono completamente diversi da quelli che cantano in tutte le altre curve d'Italia, e via dicendo. Perfino sulla tessera del tifoso sono andati controcorrente, decidendo di farla al contrario di quasi tutte le tifoserie italiane. E questo loro modo di essere gli ha creato non pochi problemi, visto che i vecchi membri delle Brigate Gialloblù vennero perfino accusati di "associazione a delinquere" ed i nuovi ultras sono passati anche loro in mezzo ad arresti, diffide lunghe anni, e molte altre restrizioni. Con loro non ci sono vie di mezzo: o li si odia o li si ama! Di sicuro hanno raccolto nel corso della loro storia tantissima ammirazione, anche a Padova, dove in passato erano considerati "di un altro pianeta", troppo di alto livello per potersi confrontare. Un tempo fra padovani e veronesi esisteva una sorta di gemellaggio, un amicizia molto forte fra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80: in quegli anni la tifoseria biancoscudata era relativamente giovane, e doveva caricarsi sulle spalle il peso di un ventennio di risultati insoddisfacenti e delusione che serpeggiava in città dopo gli anni d'oro del "Paron" Rocco che avevano portato molti padovani a disinnamorarsi del biancoscudo. In città come Verona e Vicenza invece gli ultras erano già molto più attivi ed esperti ed il seguito molto diverso. Per capirci meglio, se i nostri si giocavano le loro "sfide" domenicali con gli ultras di Pordenone, Trento e Mestre, a Vicenza e Verona si erano fatti le ossa trovandosi faccia a faccia con gioiellini come bolognesi, granata ed atalantini, e potevano mettere in campo numeri che i nostri si sognavano. Per questo succedeva spesso che i più convinti fra gli ultras biancoscudati nelle domeniche libere si recassero al Bentegodi o al Menti, specie se era in programma qualche match interessante.
Alcuni ragazzi di Padova legati politicamente alla destra extraparlamentare strinsero più di qualche amicizia "politica" sulla riva dell'Adige, e l'occasione per suggellare quest'amicizia fu lo spareggio col Trento per salire in C1, disputatosi proprio a Verona il 13 giugno 1980. La posizione degli scaligeri tuttavia non fu molto chiara, in quanto alcuni di loro assistettero al match insieme ai 25.000 padovani, mentre altri andarono con i trentini. A fine partita ci fu qualche discussione molto accesa, ma le parti interessate continuarono a frequentarsi. Non c'era comunque tutta questa simpatia fra le due tifoserie, ed anche i "camerati gialloblù" cominciarono a cambiare idea in occasione di una partita amichevole fra le due squadre disputatasi all'Appiani nell'estate del 1984, quando si resero conto che la stragrande maggioranza degli ultras padovani dell'epoca non era certo di destra (anzi...) ma soprattutto era filo-milanista, e molti giravano anche in curva con toppe delle Brigate Rossonere sezione Veneto, all'epoca la più importante e numerosa sezione della Curva Sud di Milano, che i veronesi hanno sempre visto con il fumo negli occhi. Il patatrac accadde in un'altra amichevole disputatasi questa volta il 31 dicembre 1984 e sempre all'Appiani: euforici per il risultato (5-0 per il Padova), ma più probabilmente per i bicchieri di vin brulè bevuti in gran quantità, più di qualcuno fra gli ultras biancoscudati si mise a sfottere i gialloblù presenti intonando cori per il Milan. A fine primo tempo una cinquantina di supporters scaligeri uscirono dalla propria curva, fecero il giro dello stadio ed entrarono in Curva Nord sfidando pubblicamente i nostri a ripetergli in faccia le provocazioni. Ne nacque una rissa furiosa, ben sette veronesi furono ricoverati all'ospedale, e da li la vecchia amicizia tramontò definitivamente anche se la rivalità non raggiunse mai i picchi di altre dell'epoca come quelle con vicentini e triestini, vuoi perchè le due squadre per tutti gli anni '80 non si incontrarono praticamente mai essendo in categorie differenti, vuoi perchè c'era comunque la coscienza della grandezza delle Brigate Gialloblù, ed in molti al di la della rivalità ne provavano sincera ammirazione.
Le due squadre tornarono ad affrontarsi nella stagione 1990/91 e nelle due gare ci furono alcune scaramucce ai margini. Col tempo tuttavia la rivalità tornò ad annacquarsi rimanendo più limitata all'ambito verbale che al confronto fisico: diciamo che se da una parte c'era ammirazione dall'altra c'era la consapevolezza che i padovani pur essendo una realtà "piccola" non erano da sottovalutare, anzi... Dal 2007 in poi la rivalità è tornata a riaccendersi, quando una ventina di loro cercarono di fare il numero di presentarsi sotto la nostra curva in mattinata, ma trovarono un centinaio di noi ad attenderli. Ulteriore dimostrazione che questa non è una trasferta da sottovalutare...

Oggi con tutto ciò che si può dire dei veronesi, bisogna riconoscergli che sono una delle poche tifoserie a portare certi numeri in giro, e le domeniche in cui giochi contro di loro puoi star sicuro che non ti annoi. Vuol dire già molto, di questi tempi. Memori del novembre 2007 ci ritroviamo abbastanza presto. La giornata lavorativa non favorisce certo coloro che arrivano allo stadio di buon ora, ma due ore prima della partita siamo un buon gruppo a Montà. Fino a pochissimi anni fa, una delle caratteristiche di una larga fetta della tifoseria scaligera era quella di affrontare le trasferte senza scorta e senza colori per essere più facilitati nel trovare una controparte, fedeli al modello "casual" britannico. Oggi non lo fanno più, ma non mi stupisce la cosa: già hanno i loro problemi per via di una repressione che da quelle parti non ha mai scherzato, più l'Euganeo non è uno stadio attorno al quale sia facilissimo muoversi... Rimane il fatto che una partita contro di loro non va sottovalutata ed è utile stare pronti ed all'erta, anche se non succederà assolutamente nulla come sarà poi... Sugli spalti si contano circa 11.000 spettatori, 2.000 dei quali provengono dalla città di Romeo e Giulietta. Nel prepartita gli scaligeri si fanno sentire con i soliti canti e le solite offese, mentre la Fattori preferisce risparmiare il fiato in attesa del fischio d'inizio. Percepisco anche un "voi siete rossi di merda!" rivolto a noi che mi fa sorridere... Dopo la consueta sciarpata iniziale sulle note di "Ma quando torno a Padova", l'ingresso in campo è salutato da diverse torce accese in Fattori che creano un bell'effetto: da qualche anno l'utilizzo di fumogeni dentro gli stadi e severamente vietato, e chi li accende se riconosciuto può essere punito con una diffida di tre o cinque anni. Il risultato? Torce e fumogeni continuano ad entrare di nascosto e vengono accesi non più all'inizio delle ostilità (creando di fatto una bella coreografia "di fuoco") ma nei momenti più disparati durante lo svolgimento della partita. E' un peccato perché in nome di una non meglio identificata "sicurezza" si è voluto rinunciare ad un bel momento di tifo e colore. Ma che ne sanno coloro che studiano queste trovate? Molto spesso non sanno nemmeno come è fatto uno stadio, ancora più spesso puntano semplicemente a far si che la gente si annoi per rimanersene a casa a guardare le partite su Sky, il loro vero datore di lavoro...

Purtroppo qui a Padova abbiamo una grossa palla al piede: uno stadio che definirlo tale è un offesa ai veri stadi come l'Appiani e come molti altri in giro per il mondo! Un ecomostro progettato per l'atletica ed i concerti, non certo per il calcio, ma costruito con i soldi di Italia '90 ed imposto a suo tempo al Calcio Padova come "conditio sine qua non" per salire nella massima serie: la nostra è una città molto (troppo) politica, ed i poteri forti nei primi anni '90 lo dicevano chiaramente che "non si può salire in serie A finchè non sarà pronto il nuovo stadio!". E una volta saliti nella massima serie ci siamo trovati con uno stadio inutile, enorme, dispersivo, inadatto al calcio ed al tifo. Da anni intorno al Calcio Padova si parla di costruire uno stadio di proprietà, ma fino ad oggi si è rimasti nel campo delle chiacchiere, si sta aspettando la legge sugli stadi di futura approvazione, e si sa per certo che il Comune di Padova una mano non la darebbe mai, per lo meno fino a quando il sindaco sarà Zanonato, odiato nemico dei colori biancoscudati, quindi è probabile che quando ciò accadrà il Calcio Padova emigrerà a giocare a Limena... Rimane il fatto che fino a quel giorno il Padova giocherà in casa come se fosse in campo neutro, e che spettacoli di tifo come il derby di venerdì sera ne usciranno sempre monchi. 
Nel corso degli anni trascorsi all'Euganeo, gli ultras biancoscudati cambiato spesso e volentieri il proprio settore: negli anni di serie A il settore "Curva Sud" era stato ricavato nel settore superiore della Tribuna Est, poi venne costruita la curva vera e propria a 50 metri dal campo, lunga e stretta, dispersiva, che di inverno ghiacciava regolarmente costringendo la questura a spostarne gli occupanti in Gradinata, nel settore che oggi si chiama Tribuna Fattori. Alla fine la Curva Sud venne rifiutata dagli ultras che si spostarono definitivamente in Fattori, settore molto più vicino al campo, coperto, raccolto ed adatto a fare il tifo. Ha solo un difetto: per la posizione non consente alle due tifoserie di sentirsi! E così, in attesa del giorno in cui anche a Padova avremo un settore decente per fare il tifo, posso dire con estrema sicurezza che i veronesi non avranno sentito noi e noi non avremo sentito loro...

Ad ogni modo gli scaligeri sono in tanti, in un paio di occasioni ho anche percepito dei loro cori, in altre li vedevo distintamente battere le mani ed agitarsi. Hanno anche abbozzato una sciarpata, che non è certo il pezzo forte del loro repertorio, ma è sembrata meno imbarazzante di altre. Gente che era in Ovest mi diceva che entrambe le tifoserie si sono sentite alla pari.
La Fattori era in ottima forma, con i soliti cori prolungati e torce accese in vari momenti della partita. Il Verona va in vantaggio dopo appena sette minuti di gioco, ed il tifo subisce una piccola battuta d'arresto, per poi riprendersi con il passare dei minuti. Nella seconda parte della ripresa miglioriamo decisamente nel momento in cui viene messo un lanciacori in Acquario, la zona della Fattori più vicina alla Est. Anche il resto dello stadio segue i cori, e si crea una gran bella bolgia!
A pochi minuti dalla fine, ormai noto che le due squadre non spingono più sull'acceleratore, e sembrano accontentarsi del risultato di parità. Ormai non mi aspetto più niente, ma ci pensa Raimondi, padovano classe 1990, cresciuto nel quartiere Arcella, a mettere il proprio sigillo personale sul derby! Esplode l'Euganeo, gioia doppia!
Vincere un derby in questo modo fa sempre piacere. E' una beffa per gli avversari, che avrebbero meritato il pareggio, una goduria per te che non te lo aspettavi più. Una goduria pensando al piccolo e "modesto" Padova che beffa la supercorazzata Hellas Verona, destinata nei piani societari a vincere a man bassa il campionato. Una gioia pensando che il gol decisivo lo ha segnato un padovano d.o.c, che gioca con la squadra della propria città e che probabilmente fino a qualche anno fa veniva in curva con noi...

Ora ci si prepara ad un altro derby, questa volta a Vicenza. Un altro derby monco sugli spalti, visto che mancheranno tutti quei tifosi padovani che non hanno voluto sottoscrivere la tessera del tifoso. Chissà che si arrivi a capire che certe "trovate" come la suddetta tessera, sono più dannose che inutili che dannose. Avanti Padova!

Nessun commento:

Posta un commento

Posta qui il tuo commento