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giovedì 27 settembre 2012

IL "LISTON"


Via 8 febbraio 1848, meglio nota come "Il Listòn", è decisamente la strada più centrale, frequentata e conosciuta di Padova. E' anche una delle più storiche della città.

La via è intitolata ad uno dei giorni più significativi della storia di Padova, l'8 febbario 1848, giorno in cui i padovani insorsero contro gli austriaci. Il giorno precedente il maresciallo austriaco d'Aspre pretese di passare in carrozza laddove stava sopraggiungendo il corteo funebre di uno studente. “Il giovane Bortolo Lupati apostrofò veementemente l'arrogante generale intimandogli di retrocedere. Scolari e cittadini si ribellarono, a nulla servirono i tentativi di placare gli animi, l'università venne chiusa, nelle strade vennero posti picchetti armati; si sparò, vi furono morti e feriti.” L'immagine di apertura del post ritrae la "targa" che si trova all'angolo tra via Cesare Battisti e il palazzo del Bò, sopra la farmacia per intenderci, dove si legge: "8 febbraio 1848. Quì alle irruente orde straniere, studenti e popolani, per improvvisa concordia terribili, il petto inerme opponendo, auspicarono col sangue, il riscatto d'Italia"
firmato il Comune di Padova 8 febbraio 1885.



Mai come in queste giornate si può dire che città e la sua università hanno fatto assieme la storia, giorno l'8 febbraio diventato poi ricorrenza anche per la goliardia e il mondo studentesco, giorno in cui c'è il cambio del tribuno e la commemorazione. Nel corso degli anni la via ha cambiato aspetto più volte. Innanzittuto fino al 1899 si chiamava via Università mentre solo nel 1922 fu realizzato il monumento ai Caduti che chiude il palazzo del Comune. Laddove ora c'è una banca e un negozio di moda un tempo c'erano vecchi edifici posizionati più vicini al palazzo del Bò che rendevano la via più stretta. Tra questi lo storico Albergo Storione, con il salone affrescato da Cesare Laurenti, tappa d'obbligo per gli ospiti di riguardo e per i banchetti in loro onore, Nel suo “Viaggio in Italia”, Guido Piovene racconta della cena dei macellai di Padovae scrive: "Giungo a Padova la sera tardi, il giorno dell'Immacolata, prendo possesso della camera allo Storione, e scendo per pranzare. La sala maggiore del ristorante è occupata da un grande pranzo di macellai. Siedo nella sala accanto ma, più che mangiare, sbircio attraverso una tenda. Centinaia di macellai, come ne ho visti solamente a Chicago, intorno a molti preti e frati; il padre rettore del santo, calvo, grasso, occhialuto, seduto a capotavola, è fatto segno a riguardi reverenziali. I macellai di Padova detengonò un privilegio; portano in processione per l'Immacolata il mento e la lingua di sant' Antonio; la sera, si uniscono a tavola. Fu un pranzo padovano, con pasticcio di maccheroni, bolliti e faraona arrosto; si pronunciavano discorsi faceti in un dialetto, il ruzzantino, incomprensibile anche ai veneti" 

C'erano il teatro Garibaldi, le Poste Centrali poi Camera di Commercio e le botteghe di fronte al pianterreno dell'Università tra cui la libreria Drucker, credo o almeno mi piace immaginare presso la stessa sede dell'attuale libreria. Libreria che contendeva alla Draghi il primato cittadino e che per via delle frequentazioni era una sorta di club culturale. Dice nel suo "Le strade di Padova": “Da considerarsi, quindi, via Otto Febbraio l'ombelico della città per l'Università, il Municipio, il Pedrocchi. Il complesso antico dell'università, fondata nel 1222, è quello verso sinistra, esistente dal 1493. Prima vi era una locanda, chiamata “al Bo” (perchè nella contrada retrostante si trovavano il Macello e le Beccherie), ed ecco perchè il Palazzo dell'Ateneo si chiama, il Bo. Il bucranio ( il cranio del bue) è il simbolo dell'Università”. Sarebbe difficile raccontare minuziosamente la storia di tutti gli edifici che si affacciano sulla via così come tutte le sue modifiche fino all'attuale pedonalizzazione ma esistono libri con vecchie stampe e foto in bianco e nero che consegnano alla memoria la città vecchia e magari chiudendo gli occhi o provando ad immaginare quei tempi potremo vivere determinate suggestioni ed immaginare com'era la via quando accanto al Pedrocchi passava il vecchio tram, ad esempio Peccato che a Padova non ci sia stato uno scrittore equivalente a Joyce per Dublino ma immagino comunque quella che doveva essere la città sul finire dell'ottocento e i primi anni del novecento: le vie della città attraversate da carrozze, con signore eleganti dagli ampi cappelli, dai busti rigidi e dalle gonne svolazzanti, austeri signori con cappelli scuri, così come i contadini che portavano i propri prodotti in piazza sui dei carretti, studenti guasconi e perdigiorno e chiassosi mocciosi che correvano di qua e di là inseguiti da mamme in apprensione. E me ne immagino uno di questi tirare per la gonna la madre e convincerla a comprargli una pastarella “Dalla Baratta”, una pasticceria sorta nel 1887 proprio di fronte al Pedrocchi laddove oggi c'è un negozio di abbigliamento giovane che fa angolo con via Cesare Battisti, l'unica via in discesa/salita della città. Pasticceria che è da considerarsi il primo bar di padova perchè la gente stava in piedi e non seduta.

(Articolo ripreso da "Il Blog di Padova")

1 commento:

  1. Molto bello questo blog e complimenti al suo creatore.

    Un unico appunto. Storicamente via 8 febbraio non è affatto il Liston di Padova. Il Liston storico è il tratto di Prato della Valle posto sul lato Ovest, di fronte alla Loggia Amulea, lastricato di trachite nella prima metà dell'800 dall'architetto Giuseppe Jappelli, peraltro quello che progettò il Pedrocchi. Fino agli anni '80 in via VIII febbraio e Cavour passavano le auto e i bus in direzione Nord - Sud (la direzione Sud-Nord per i bus era invece nelle riviere).

    Sta di fatto che da quando nel 1989 è stata pedonalizzata l'area, qualcuno (giornali principalmente) ha cominciato a chiamarlo "Liston" perchè svolge la funzione di via da passeggio. Niente da dire, ormai è così, la mia è solo una precisazione...solo perhcè ho il vago sospetto che i giornalisti tv e della carta stampata che lo citano ignorino quale sia il vero liston.

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