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martedì 9 ottobre 2012

GLI OCCUPANTI DELL'HOTEL BERTHA


A volte mi chiedo se l'Italia è in crisi, o se lo sono gli italiani. Una cosa è sicura: non siamo ancora al livello della Grecia, e nemmeno a quello della Spagna (messa meglio della repubblica ellenica, ma non so per quanto). In Italia di soldi ancora ne girano, diciamo che chi ha un lavoro può ancora permettersi gli sfizi se vive con i genitori, e che in una famiglia in cui si lavora in due si può ancora mantenere la famiglia. Insomma siamo al limite, ma resistiamo. E ci andiamo tutti a comprare l'I-phone 5... Premesso che non disprezzo chi se lo compra, avessi soldi da spendere lo farei anch'io, ma non vi pare che se le nostre priorità sono queste vuol dire che la merda ancora non ci ha raggiunto?


Per qualcuno non è così, qualcuno la merda se la sta mangiando. Sono tutti coloro che il lavoro l'hanno perso, e faticano a trovarlo. Ne so qualcosa: da ormai due anni non ho più un impiego fisso, tento di barcamenarmi e il massimo che mi sono sentito dire è stato "Guarda che se hai voglia di lavorare un lavoro lo trovi..." detto da una puttanella che di lavorare non ne aveva bisogno visto che riceveva una paghetta settimanale del valore di uno stipendio medio dal munifico padre... Siamo in tanti ad essere messi così, ma forse non facciamo abbastanza rumore. Rischieremmo di disturbare il dolce sonno degli italiani, rischieremmo di disturbare la puttanella che non avrà mai bisogno di lavorare, rischieremmo di disturbare la Apple nel lancio del suo prodotto più costoso d'Europa...

Da qualche giorno tre lavoratori, ex dipendenti dell'Hotel Bertha di Montegrotto, si sono stabiliti sul tetto dell'Hotel in cui lavoravano. Una protesta simbolica, che dovrebbe chiudersi il 10 ottobre con la convocazione di un'assemblea straordinaria sui problemi della crisi del turismo alle terme. I tre sono li per chiedere una cosa che gli spetta, un loro diritto: gli ammortizzatori sociali. Cosa succede, e perché non li ricevono?

Facciamo un passo indietro: qualche giorno fa avevo già parlato della crisi del turismo delle Terme (Clicca qui). Una crisi ampiamente prevedibile ed esplosa in tutta la sua drammaticità nel momento in cui i tedeschi (per anni un baluardo del turismo aponense) hanno voltato le spalle alle terme padovane preferendo definitivamente i prezzi più abbordabili e le strutture più moderne di Slovenia, Croazia ed Ungheria. Ora le Terme rischiano seriamente di morire, per "merito" di quella casta che le ha sempre governate, quegli albergatori che hanno sempre offerto merda facendola passare per oro ai turisti e che oggi piangono il morto che hanno fatto loro...

E così è successo all'Hotel Bertha, dove l'ex gestore, Antonio Ramundo, è fuggito lasciando i debiti da pagare e non degnandosi nemmeno di inviare la documentazione necessaria per far avere la cassaintegrazione ai propri 28 dipendenti. Ecco la gente che per anni ha amministrato Abano, Montegrotto e molte altre località turistiche non solo padovane ma anche venete ed italiane. 

Oggi ci sono 28 lavoratori a casa senza percepire un euro, e tre di essi sono sul tetto dell'albergo in cui lavoravano. Ma se ne parla il meno possibile, perchè potrebbero disturbare. E se dovessero attuare forme di protesta più decise, scioperi della fame o altro, state pur tranquilli che gli manderanno gli sbirri ad interrompere questa farsa. Che li denunceranno. In fin dei conti i servitori dello stato non si sono ancora resi conto che stanno toccando anche le loro pensioni, vero?

Molti altri italiani, anche nel ricco Nord-Est sono ridotti da così a peggio. La LCB è un'azienda tessile di Legnaro, occupata nel mese di settembre dalle 70 dipendenti che non vedono più lo stipendio da luglio. Se n'è parlato giusto all'inizio del mese, poi basta. Dove sono le istituzioni? Dov'è la politica? 

In Catalogna hanno avuto una pensata giusta: distaccarsi da una Spagna che non hanno mai amato. A Barcellona e dintorni sono in tanti a chiedere l'Indipendenza dal governo di Madrid, che tentenna e si arrampica sugli specchi, ben conscio che perdendo la propria regione più ricca, creerebbe all'inteno del paese stesso un "effetto domino" devastante sia sull'economia che sulla stessa unità (pensate che i baschi starebbero a guardare? Ed i galiziani? E gli astigiani?). In Veneto l'ideale indipendentista ha sempre attirato parecchia gente, ma è sempre stato monopolizzato in maniera sbagliata. Molti veneti parlano di indipendenza ma non hanno una vera e propria identità. Ed hanno tanta confusione in testa: hanno votato per anni ed in massa la Lega che non ha mai avuto a cuore il Veneto, ritrovandosi poi a votare personaggi non molto diversi da quei politici romani "ladroni" contro i quali avrebbero voluto lottare.... Eppure l'indipendenza, lo staccarsi dall'Italia che va a fondo, potrebbe fare molto bene al Veneto. Lo dico egoisticamente, da Veneto che non vede altre soluzioni per la propria terra che scrollarsi di dosso un fardello ormai inutile. Ma i veneti oggi come oggi non sono assolutamente pronti, soprattutto a gestire il "dopo"... Tuttavia i nostri figli, i nostri nipoti, tutti i nostri fratelli che sono senza lavoro e senza stipendio da mesi credo siano un argomento più che condivisibile per aiutarci a guardare più in la del nostro orticello: caro padovano, caro veneto, un domani che sarete completamente fottuti, magari cambierete idea?

1 commento:

  1. Ciao. Hai appena scritto: "Ora le Terme rischiano seriamente di morire, per "merito" di quella casta che le ha sempre governate, quegli albergatori che hanno sempre offerto merda facendola passare per oro ai turisti e che oggi piangono il morto che hanno fatto loro..." Quelli sono veneti, non siciliani. Non credo che una secessione del Veneto risolva nulla. Sono un padovano che vive in Catalogna, e ti potrei elencare mille vantaggi che la Catalogna ha di stare con la Spagna, ma che ovviamente i politici che cavalcano il cavallo della secessione per fini personali non menzionano. Tra le altre cose sono una delle regioni con il più alto tasso di disoccupazione: non mi sembra un elemento che si possa imputare a Madrid. Purtroppo la crisi economica scatena i pensieri più irrazionali. Incrocio le dita... Complimenti per il blog comunque, opinioni a volte diverse ma fa sempre piacere vedere gente che mette passione in quello che fa!

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