Via San Francesco è quella strada che da Via VIII febbraio 1848 (il Liston) arriva fino a Porta Pontecorvo.
Si
tratta di una strada dall'aria e dalla storia aristocratica se si pensa che la
vocazione commerciale della città è presente un po' in tutte le strade eccetto
alcune come via S. Francesco in cui sono presenti pochi negozi e botteghe.
Percorrendo questa strada troverete infatti librerie (in primis la
Feltrinelli), botteghe di stampe, libri antichi, filatelia e numismatica,
antoquariato, qualche bottega artigiana come un calzolaio, le legatorie e
fotocopisteria a servizio degli studenti delle vicine facoltà e ovviamente
qualche bar
Da
"Le strade di Padova" di Toffanin riporto: "Una delle
principali strade, peri suoi palazzi, per il complesso di S. Francesco Grande
dei padri Osservanti. Prendeva appunto il nome di contrada Portici Alti per la
loro continuità ed ampiezza (soprattutto sul lato destro), e poi contrada Soccorso, avendovi nel 1576
il card. Federico Cornaro aperto un educandato, "Il soccorso delle
verginelle"".
L'ala
sud del Palazzo del Bò occupa il trecentesco palazzo Capodivacca. Nel
Settecento, al piano superiore, nella sala Battagia si svolgevano feste e
intrattenimenti serali. Una volta attraversata la riviera con sotto il Ponte S.
Lorenzo, ponte romano visibile sotto la sede stradale grazie ad una vetrata
recentemente installata
Superata
la Feltrinelli si trova sulla sinistra il Palazzo Romanin Jacur di impianto trecentesco ma completamente
rifatto nell'800. Denominato la "Cà d'Oro" ricorda, infatti, gli
edifici veneziani. Non ha nessun fondamento storico invece, la romantica
epigrafe che afferma che qui avrebbe dimorato Dante nel 1306, pur rimanendo
indiscussa la sua presenza a Padova.
Di
fronte piazza
Antenore con l'arca che secondo la leggenda custodisce le spoglie
del mitico fondatore (leggi "Antenore,
il mitico fondatore"). Proseguendo sulla sinistra il
prestigioso palazzo Zabarella (foto a sinistra) ora
sede di mostre d'arte organizzate dalla fondazione
Bano-Palazzo Zabarella (da ottobre a febbraio l'attesa mostra "Da
Canova a Modigllani.Il Volto dell'800") è facilmente
riconoscibile per la sua torre e poi il bellissimo palazzo Papafava su quattro
arcate ora sede dell'Enel. Prima del Palazzo Papafava, all'angolo con vicolo
Santa Margherita scorgiamo, sul sito di un precedente monastero appartenente ad
un ordine femminile veneziano, l'Oratorio di S.Margherita,
eretto nel 1748, testimone di un precoce neoclassicismo dato dalla sua sobria
eleganza e dalla facciata in pietra d'Istria. La prima parte dei portici sulla
destra appartenenvano all'Ospedale
vecchio (fondato nel 1414 e funzionante sino al 1798) e la seconda parte
della Chiesa. La prima parte è da anni chiusa per continui lavori di restauro
dell'ospedale vecchio laddove dovrebbe trovare posto il Museo dei Storia della
Medicina e della Salute (vedi il sito del museo virtuale Musme). Presso la Chiesa S. Francesco erano visibili affreschi
esterni dello Squarcione, oggi scomparsi. Di fronte, presso la Scuola di Carità, sede della Confraternita che
si prendeva cura della gestione economica dell'Ospedale, c'è un ciclo
d'affreschi di Dario Varotari. Oltre la chiesa, i palazzi Lazara-Giusti, Orsato,
Massimo (dove c'è la sede
del'ong Medici con
l'Africa-Cuamm), Santuliana.
Nel palazzo Giusti dalla fine del 1943 al
1945 ebbe sede la temibile "banda carità",
banda paramilitare fascista che imperversò a Padova imprigionando e torturando
partigiani e patrioti (vedi targa a destra con la "Canzone della
nave" composta da Egidio meneghetti e dai suoi compagni di cella della
"nave" di questo palazzo). Oggi sede della Società del Casino
Pedrocchi, un'associazione privata, centro di cultura, di lettura e di memorie
storiche. Proseguendo Palazzo
Bonmartini, ora caserma della Guardia di Finanza, "famoso" per
la clamorosa vicenda giudiziaria del secolo che seguì all'assassinio del conte
Francesco Bonmartini.
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