Abano Terme è una rinomata (si fa per dire, n.d.r.) località termale in provincia di Padova, famosa in tutto il mondo per i suoi fanghi. Il territorio comunale conta 19.854 abitanti, e confina con i comuni di Albignasego, Due Carrare, Maserà di Padova, Montegrotto Terme, Selvazzano, Teolo e Torreglia; oltre che con il capoluogo Padova. Fino al 1945 il suo nome era Abano Bagni
Storia.
La città
di Abano Terme sorge alle pendici dei Colli Euganei formatisi circa 34 milioni
di anni fa in seguito alle alluvioni della pianura Padana e a fenomeni di
vulcanesimo sottomarino. L’elemento caratterizzante del territorio aponense è
la presenza di sorgenti termominerali famose fin dall’antichità.Il
"misterioso" fenomeno, chiarito negli anni ‘60 da studiosi
dell’Università di Padova, si realizza attraverso un circuito geotermico della
durata di circa 50 anni. Inizia nelle Piccole Dolomiti dove l’acqua fredda,
proveniente dalle zone di ricarica naturale, confluisce in un percorso
sotterraneo, che talvolta giunge alla profondità di circa 4000 metri,
attraversando banchi di rocce e acquisendo così le tipiche proprietà termali e
si conclude nel bacino euganeo che, per la sua conformazione geologica,
permette all’acqua di risalire naturalmente in superficie.Il toponimo Abano
contiene un evidente riferimento all’acqua sia per la presenza della radice
indoeuropea - ap, sia per l’associazione al dio Aponus, nume tutelare delle
fonti termali in età paleoveneta e romana.Le origini delle cure termali
risalgono all’VIII secolo a. C., quando gli antichi abitanti della zona si
recavano al vicino lago sacro per compiere riti legati al recupero della
salute. La ricostruzione del profilo dell’area termale sia in epoca paleoveneta
che successivamente romana, risulta per gli archeologi assai difficoltosa a
causa della poca documentazione a disposizione.A partire dal I secolo d. C.,
ritrovamenti archeologici attestano sul colle Montirone di Abano la presenza di
un tempio dedicato al dio Apono e, nei pressi, un emporium di vasellame
destinato a rifornire i visitatori che molto probabilmente utilizzavano il
recipiente per bere l’acqua terapeutica. In occasione di uno scavo sono stati
infatti rinvenuti dei raffinati esemplari di vasi di tipo Aco e rhytà che
testimoniano la presenza di un’utenza raffinata e in grado di apprezzare
elementi di gusto ellenistico e celtico. L'antica frequentazione delle terme,
se pur con momenti di relativo abbandono è documentata fino a tutto il V secolo
d. C..
Le
successive vicende politiche che videro succedersi nel territorio l’occupazione
longobarda, carolingia e sassone sconvolsero la vita di queste campagne e i
primi documenti che ci offrono informazioni su Abano risalgono al X secolo
epoca in cui è attestata la presenza della pieve di San Lorenzo, localizzata
nell’area dell’attuale Duomo, che naturalmente si sosteneva grazie alla
comunità agricola che si era riorganizzata nel territorio.
Alla fine
dell’XI secolo fu fondato un monastero benedettino sul colle di San Daniele
che, attraverso l’opera dei suoi monaci, uniti a quelli del monastero di
Praglia, contribuì in modo significativo a realizzare opere di bonifica del
territorio che aumentarono le superfici delle aree coltivabili a frumento,
frutteti, orti o semplicemente a pascolo.
Dal XII
secolo il villaggio di Abano si sviluppa come centro rurale, soggetto
all’autorità vescovile padovana che alla metà del 1100 investe Manfredo della
famiglia Conti di un vasto possedimento ad Abano.Originario di questo piccolo
villaggio è l’illustre medico filosofo Pietro d’Abano (1257-1315) sostenitore
della dottrina aristotelica nell’interpretazione del filosofo arabo Averroè,
condannato per eresia e in seguito riabilitato. In più occasioni la piccola
comunità aponense fu testimone di incursioni belliche dovute alla rivalità tra
i signori di Padova, Da Carrara e i signori di Verona, della Scala ed è rimasto
memorabile l’assalto che distrusse la città nel 1314 ad opera di Cangrande
della Scala. Nel 1318 la dominazione dei Da Carrara si estese stabilmente nel
padovano operando una riorganizzazione amministrativa del territorio che vide
Abano sottoposto alla vicaria di Arquà.
La conquista
della terraferma da parte della Repubblica di Venezia e nel 1405 del padovano,
segna per il territorio aponense un importante momento di riorganizzazione non
tanto amministrativo, poichè rimane sostanzialmente immutato il regime
carrarese, ma del sistema della proprietà fondiaria che vede subentrare il
patriziato veneziano nei territori confiscati ai nobili padovani ribelli. In
tal modo ad Abano giunge la nobile famiglia Malipiero che si prodigò in
interventi di bonifica del territorio e alla fine del 1500 realizzò una
splendida villa in stile palladiano tutt'oggi apprezzabile nella sua notevole
struttura architettonica. Successivamente ad Abano arriva un’altra famiglia
veneziana: quella dei Mocenigo tra i cui esponenti ci furono dogi, ambasciatori
e gran capitani. Principalmente durante il XVIII secolo i suoi membri si
prodigarono per bonificare un territorio denominato Guazzi proprio per le sue
frequenti inondazioni, ricavandone terreni che vennero destinati alla
coltivazione della vite del frumento e del granoturco col quale si faceva la
polenta, l’alimento base della popolazione contadina. i Mocenigo realizzarono
anch’essi una villa, ancor oggi apprezzabile, all’interno della loro proprietà
che comprendeva oltre alle dimore per i massari e i braccianti, ai magazzini e
luoghi per l’attività agricola anche un’osteria e una fornace di mattoni
situate al cosiddetto ponte della fabbrica.
L’influenza
veneziana nel territorio si manifestò anche nella vicenda legata alla nascita e
realizzazione dell’importante complesso monastico di Monteortone che sorse nel
1428 in seguito all’apparizione della Vergine che annunciò la fine di una
terribile pestilenza. La cura del luogo sacro fu affidata ai frati agostiniani
tra i quali ci fu un certo frate Simone da Camerino uomo di fiducia del doge
Francesco Foscari e brillante diplomatico i cui servigi alla Repubblica
procurarono alla congregazione generose offerte che permisero la realizzazione
del complesso dotato di una chiesa notevolmente affrescata da pittori di scuola
mantegnesca.
Alla metà
del XV secolo anche il convento San Daniele viene affidato dal Papa alla
comunità agostiniana del Santo Spirito di Venezia che intraprese la completa
ristrutturazione del complesso. Una seconda fase di lavori venne avviata alla fine
del XVII secolo, risale infatti ai primi del 1700 l’elegante chiesetta opera
del noto architetto vicentino Francesco Muttoni. Le proprietà del convento
erano consistenti e si estendevano dal colle omonimo sino al confine con
Torreglia , Montegrotto e comprendevano una parte del colle Montirone ad Abano
dove era situato un mulino a coppedello ed un edificio per bagni.
L’affermazione
dell’Illuminismo e degli interessi "enciclopedici" per tutti i saperi
e in modo particolare per quelli legati alla natura determinarono nel
settecento una totale riconsiderazione del termalismo dedicandovi una grande
quantità di studi che contribuì a riscoprire questa pratica terapeutica che
anche se non era scomparsa, era di fatto poco considerata. Si avviò così nella
zona del Montirone, ricca di sorgenti naturali, un’attività di ristrutturazione
edilizia di edifici per bagni realizzando anche un piccolo oratorio per i
malati. La nobile famiglia padovana dei Dondi dall’Orologio, proprietaria in
Abano di un consistente patrimonio fondiario e di due ville delle quali una in
centro al paese e oggi sede del Museo Civico, realizzò lo stabilimento termale
più importante che, grazie al suo successivo proprietario, godette
dell’intervento del noto architetto neoclassico Giuseppe Jappelli. Egli
realizzò anche un monumento celebrativo oggi inserito nel Parco del
Montirone. Alla metà dell’ottocento gli stabilimenti attivi ad Abano erano
8.
Con
l’unificazione italiana la città cominciò gradualmente ad organizzarsi, fu
realizzato il palazzo municipale, inizialmente anche sede della scuola
elementare.L’occupazione principale della popolazione continuava ad essere
quella agricola, l’unica realtà industriale era rappresentata dalla fornace di
mattoni.Tra la fine dell’ottocento e i primi del novecento il passaggio della
ferrovia nel Comune di Abano ed il collegamento tramviario della cittadina con
Padova incrementarono l’afflusso turistico tanto che gli operatori del settore
per soddisfare le esigenze della clientela finanziarono la costruzione di un
delizioso teatrino liberty, oggi andato perduto.
Le
vicende finali della prima guerra mondiale portarono Abano a rivestire un ruolo
di primo piano dal momento che il generale Armando Diaz, nel 1917 dopo la
disfatta di Caporetto, trasferì il Comando Supremo delle Forze Armate nella
cittadina, allestendo il proprio quartier generale nell’albergo Trieste che
dopo la guerra si chiamò Trieste-Vittoria. Inoltre ad Abano vennero anche
stampati i volantini che Gabriele D’Annunzio lanciò su Vienna decollando nei
pressi della vicina villa Zaborra, oggi Museo dell’Aria. Nel dopoguerra la
tradizionale attività legata alle cure termali conobbe un formidabile sviluppo
dovuto alle nuove conoscenze tecnologiche che permisero l’apertura di pozzi
artificiali nei pressi dei quali furono realizzati molteplici stabilimenti
termali.Nel 1926 fu approvata una legge che aboliva la gestione privata delle
risorse termali e stabiliva un nuovo regime regolato dal sistema delle
concessioni pubbliche la cui gestione fu affidata alle Aziende di Cura e
Soggiorno. La ricaduta di questo provvedimento non tardò a manifestarsi e nel
1931 gli alberghi segnalati ad Abano erano 21. Nel secondo dopoguerra fu
sviluppata una politica sanitaria di tipo assistenziale che permetteva la
fruizione delle terapie termali ad un vastissimo pubblico. L’incremento delle
presenze aumentò in modo vertiginoso e di conseguenza furono aperti numerosi
pozzi artificiali e costruiti nuovi stabilimenti.La città conobbe un rapido
sviluppo urbanistico: alla fine degli anni cinquanta gli stabilimenti segnalati
erano 54, vennero costruite due nuove chiese: Sacro Cuore alle Terme e Santa
Maria a Giarre per soddisfare le esigenze della accresciuta popolazione. La
tradizionale occupazione agricola degli abitanti gradualmente si ridusse a
vantaggio delle nuove opportunità offerte dall’attività alberghiera e
commerciale. Le indiscutibili proprietà terapeutiche dei trattamenti termali e
l’abilità degli imprenditori turistici locali (nel 1990 gli stabilimenti erano
90), hanno reso possibile un continua crescita della città termale che oggi si
sviluppa lungo un viale sul quale si affacciano giardini e raffinati negozi,
collegando l’antico insediamento termale, oggi parco del Montirone, con
l’antico centro urbano organizzatosi attorno alla chiesa di San Lorenzo ove
sono situati il Comune e la Biblioteca.
Monumenti e luoghi di interesse.
La città
è divisa in due centri: uno storico (Abano Vecchia o Abano Centro) e l'altro
prettamente turistico (Abano Nuova).
Il centro
storico si è sviluppato attorno al Duomo di San Lorenzo, il cui campanile fu
costruito in due epoche diverse: la base è del 900 d.C. mentre la parte
superiore è del 1315. La facciata della chiesa è recente: inaugurata nel 1965,
sostituisce la precedente (1905), in stile neoclassico, oggi trasferita presso
la chiesa di Agna. L'interno conserva diverse opere d'arte di notevole pregio:
alcune tele della scuola di Jacopo Ceruti detto Il Pitocchetto, ed
altre opere di Pietro della Vecchia, Amleto Sartori, J. K.
Henrici, Mario Pinton, Luigi Strazzabosco, Giorgio
Scalco, Enrico Ghiro, Aristide Ghiro ed Imerio Trevisan.
Nella
zona del Duomo sono stati costruiti gli edifici che ospitano gli uffici
comunali e la biblioteca cittadina. Prossima al Duomo è la monumentale
"Piazza del Sole e della Pace" (o Piazza della Meridiana), sorta
sull'area dello storico Stabilimento Termale Menegolli, dopo la demolizione di
quest'ultimo.
Nel
territorio comunale vi sono numerose ville patrizie, la maggior parte in mano a
privati: Villa Rigoni Savioli, costruita nel 1557 da Nicolò
Malipiero in stile palladiano, con begli affreschi attribuiti
a Giovanni Battista Zelotti; Villa Bassi Rathgeb
(già villa Dondi dell'Orologio poi Zasio) con affreschi
attribuiti al Buttafogo e ad Antonio Vassilacchi detto
l'Aliense; Villa Mocenigo Mainardi; Villa Sette alla Stazione; Villa Treves de'
Bonfili (già Villa Pimbiolo poi Selvatico); Villa Colpi (già Dalla Vecchia
Carminati) Villa Adele (oggi Hotel Terme "Regina Villa Adele"); Villa
Bugia (oggi di proprietà del Comune di Abano Terme); Villa Bembiana già Scalfo
(nella piccola frazione di Monterosso); Villa Trevisan Savioli (oggi sede del
Museo Internazionale della Maschera "Amleto e Donato Sartori"); Villa
Cittadella Vigodarzere poi Gottardo, in frazione Feriole e altro.
Nella
parte turistica di Abano, sorta nella zona delle prime sorgenti, vi è la
Pinacoteca del Montirone, in cui si può ammirare buona parte della
Collezione Bassi, con opere di artisti del Settecento veneziano, tra i
quali: Andrea Previtali, Liberale da Verona, Giovanni
Busi (detto il Cariani),Alessandro Bonvicino (detto il
Moretto), Giovan Battista Moroni, Iacopo Negretti (detto Palma
il Giovane), Antonio Marini, Vittore Ghislandi (detto Fra'
Galgario), Alessandro Magnasco (detto Il Lissandrino), Giacomo
Antonio Ceruti (detto Il Pitocchetto), di cui è notevole
l'autoritratto, Pietro Longhi, Alessandro Longhi, Guido
Reni, Giandomenico Tiepolo, Giacomo Quarenghi.
In località Monteortone, ai piedi dell'omonima collina, sorge il santuario della Beata Vergine della Salute, che ospita un pregevole ciclo di affreschi di Jacopo da Montagnana, una Crocifissione di Palma il Giovane ed un grandioso organoTamburini a tre tastiere, uno tra i più grandi del Veneto.
Nei dintorni di Abano Terme si trova il monastero di San Daniele, costruito dai "Signori di Montagnon" indicativamente intorno al periodo 1076-1078 su un piccola collina (87 s.l.m.) degli Euganei, al centro della zona termale. La collina era di proprietà della famiglia, e dopo la casuale scoperta del corpo di San Daniele di Padova nel 1075 nella basilica di Santa Giustina, i Signori decisero di costruirvi una piccola chiesa e un monastero dedicati al diacono martire. Affidarono quindi gli edifici ai monaci benedettini di Praglia. L'attività dei monaci uniti a quelli del monastero di Praglia, contribuì in modo significativo a realizzare opere di bonifica del territorio , che venne reso coltivabile per frumento e frutta.
Lungo la strada che collega Abano Terme con la frazione di Feriole (spartita con i comuni di Selvazzano Dentro e Teolo), la villa Gottardo, ex Cittadella Vigodarzere, dove si rifugiò Ugo Foscolo per scrivere il celebre romanzo epistolare "Le ultime lettere di Jacopo Ortis".
Curiosità e tempo libero.
Abano Terme è una cittadina ricca, e la sua economia è basata principalmente sul turismo e le cure termali. Negli ultimi cinquant'anni la popolazione è quasi raddoppiata, passando dagli 11.000 abitanti del 1961 ai 19.377 del 2011. Come tutti i comuni della Cintura Urbana di Padova, anche Abano ha conosciuto una forte crescita, ma se nel caso della quasi totalità dei suddetti comuni possiamo dire che l'aumento demografico è stato dovuto principalmente ai padovani che si sono spostati dalla città, per quanto riguarda le Terme si è trattato principalmente di una crescita determinata dalle opportunità in campo lavorativo e turistico.
In località Monteortone, ai piedi dell'omonima collina, sorge il santuario della Beata Vergine della Salute, che ospita un pregevole ciclo di affreschi di Jacopo da Montagnana, una Crocifissione di Palma il Giovane ed un grandioso organoTamburini a tre tastiere, uno tra i più grandi del Veneto.
Nei dintorni di Abano Terme si trova il monastero di San Daniele, costruito dai "Signori di Montagnon" indicativamente intorno al periodo 1076-1078 su un piccola collina (87 s.l.m.) degli Euganei, al centro della zona termale. La collina era di proprietà della famiglia, e dopo la casuale scoperta del corpo di San Daniele di Padova nel 1075 nella basilica di Santa Giustina, i Signori decisero di costruirvi una piccola chiesa e un monastero dedicati al diacono martire. Affidarono quindi gli edifici ai monaci benedettini di Praglia. L'attività dei monaci uniti a quelli del monastero di Praglia, contribuì in modo significativo a realizzare opere di bonifica del territorio , che venne reso coltivabile per frumento e frutta.
Lungo la strada che collega Abano Terme con la frazione di Feriole (spartita con i comuni di Selvazzano Dentro e Teolo), la villa Gottardo, ex Cittadella Vigodarzere, dove si rifugiò Ugo Foscolo per scrivere il celebre romanzo epistolare "Le ultime lettere di Jacopo Ortis".
![]() |
Piazza del Sole e della Pace con la celebre meridiana, ad Abano Terme |
Abano Terme è una cittadina ricca, e la sua economia è basata principalmente sul turismo e le cure termali. Negli ultimi cinquant'anni la popolazione è quasi raddoppiata, passando dagli 11.000 abitanti del 1961 ai 19.377 del 2011. Come tutti i comuni della Cintura Urbana di Padova, anche Abano ha conosciuto una forte crescita, ma se nel caso della quasi totalità dei suddetti comuni possiamo dire che l'aumento demografico è stato dovuto principalmente ai padovani che si sono spostati dalla città, per quanto riguarda le Terme si è trattato principalmente di una crescita determinata dalle opportunità in campo lavorativo e turistico.
Essendo una località turistica, non sono mai mancati i locali e le occasioni per passare il tempo libero. Se vi piace ballare e siete amanti della discoteca, un salto al Par Hasard è d'obbligo. Uno dei locali storici delle serate padovane, calcato da intere generazioni di nostri concittadini.
Negli ultimi anni, con la moda dei "Lounge Bar", hanno visto la luce due locali molto di tendenza: il Mint e l'Hy Caffè.
Alla voce "birrerie e pub", la gente di una certa età ricorderà che verso la metà degli anni '90 Abano era diventata famosa per il Morgan, un locale che aveva la particolarità di avere i telefoni ad ogni tavolo, e si poteva chiamare e parlare con altri clienti da un tavolo all'altro. Nel momento del suo "boom" si poteva fare anche un'ora e mezza di colonna prima di entrare, mentre passata la moda del momento ha finito per chiudere i battenti. Se vi trovate da quelle parti vi consiglierei un salto al Tankard (ottima cucina) o al Corner Pub di Monteortone, un Irish Pub aperto sin dall'ora dell'aperitivo. Un tempo andava molto anche la Cantinotta, piccola birreria vicino al centro e frequentata anche dai tedeschi negli anni in cui andavano in massa, oggi gestita da cinesi. Per mangiare, oltre al già citato Tankard, vi consiglierei una pizza a La Scuderia.
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beh sul tuo "rinomato", da aponense, ti direi che non è tanto ironico visto che sarebbe il centro europeo termale + importante. Ovviamente non brilla più come una volta...ma di fatto per numeri e storia lo è e soprattutto lo è stato....che poi sia abbastanza morigerata per i giovani quello è vero....Saluti.
RispondiEliminaIl mio "si fa per dire" è riferito a questo articolo che avevo pubblicato anch'io: http://padovaedintorni.blogspot.it/2012/09/crisi-gli-hotel-delle-terme-in-forte.html
EliminaDirei che è una situazione che è sotto gli occhi di tutti... Lungi da me parlar male di Abano e degli aponensi ma la realtà è questa
Corrado. Hai centrato che scherzi.....sai com'è la terza generazione....ha meno fame...e meno idee.....e ti risparmio le problematiche politiche...che non sono altro che lo specchio fedele della nostra "itaglia"....
RispondiEliminaPurtroppo devo constatare anch'io che passeggiando per Abano si vedono molti fasti di un passato che ora non c'è più. Ed è veramente un peccato, perchè ha un dono naturale (le terme) e una fama già acquisita che basterebbe un po' di mentalità imprenditoriale per smuovere la cosa. Certo, in questo momento sono tempi bui...
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