Venerdì 5 Ottobre 2012, la partita più attesa dell'anno va
in scena: Padova-Verona, un derby, non IL derby (quello è con i vicentini,
anche se personalmente lo sento di più con i gialloblù) ma comunque un evento
vero e proprio, anche perché essendo tesserati i butei sono l'unica tifoseria
che viene in massa all'Euganeo.
L'atmosfera è da altri tempi: oltre 10.000 i paganti, di cui
quasi 2000 veronesi. Sugli spalti ci si scalda subito e si attende con
trepidazione il fischio d'inizio. Pea schiera l'abituale 3-4-1-2, non ci sono
sorprese eccetto la conferma di Legati a destra al posto di Rispoli. Al posto
dello squalificato (per due partite) Anania in porta va Silvestri, al debutto
da titolare, e il giovane terzo portiere, il padovano Maniero, classe 1995, va
in panchina per la prima volta; con lui anche l'attaccante esterno Raimondi, 22
anni, padovano dell'Arcella.
E' la partita degli ex: di Mandorlini ci ricordiamo bene per
quando venne ad allenare qui, ai tempi della serie C; non fece male, anzi, ma
lasciò preferendo il Siena in A, una scelta che come più volte ha detto
tutt'ora rimpiange di aver fatto. In campo per i veronesi c'è Cacia,
straordinario attaccante lasciato quasi in disparte per tre quarti di stagione
l'anno scorso dal pessimo Dal Canto. Inutile dire che ad oggi sta segnando a
grappoli... Tra le fila biancoscudate invece militano Farias, che nel 2009-2010
giocò la sua prima vera stagione da professionista a Verona, e Cutolo,
odiatissimo dai veronesi per un clamoroso gol sbagliato nell'andata di un
playout con lo Spezia che li condannò poi per la prima volta alla serie C.
L'accoglienza al Bentegodi non fu tranquilla per Nello l'anno scorso, ma ci
mise poco a zittire chi lo insultava con un gran gol dalla distanza.
La partita inizia e nei primi istanti si vede un'occasione
per parte: prima il Padova ci prova su punizione, poi Cacia con un colpo di
testa ravvicinato sotto l'incrocio costringe Silvestri al miracolo. Dal corner
successivo la doccia fredda: palla messa fuori area e Halfredsson, lasciato
colpevolmente libero, indovina un tiro al volo che passa in mezzo alla mischia
e si rivela imparabile per l'estremo difensore padovano. Euganeo gelato,
prendere gol al 6' in un derby è sempre una mazzata. Dopo una decina di minuti
il Padova si sveglia e prima Viviani e poi Cutolo si rendono pericolosi, ma
eccetto per queste due conclusioni i padroni di casa faticano a costruire la
manovra; l'Hellas regge bene e prova a colpire con qualche fiammata. Al 35'
arriva il gol che ristabilisce l'equilibrio: Renzetti cavalca per tutta la
fascia palla al piede, mette un cross basso raccolto da Farias che in un
fazzoletto si gira e colpisce, mettendola all'angolino similmente a come aveva
fatto con la Reggina. Il primo tempo termina con qualche iniziativa degli ospiti,
risultato giusto.
Nel secondo tempo parte meglio il Verona, con Juanito Gomez
che si libera di due difensori e ci prova dalla distanza, para facile
Silvestri. Di nuovo l'Hellas si rende pericoloso con Halfredsson che sfiora
l'incrocio calciando dal limite. Il Padova risponde con un cross pennellato da
Renzetti sulla testa di Granoche, che con un rimpallo su un avversario guadagna
un corner. Per l'Hellas Carrozza entra al posto di Rivas, poco dopo Viviani
tenta il gol su punizione ma la palla finisce fuori. E' proprio l'esterno
scaligero che con un tiro cross fa sudare freddo sulla schiena dei tifosi di
casa, ma la sfera ancora una volta termina sul fondo. Girandola di cambi, per
il Padova escono Cutolo e Farias ed entrano Raimondi e Ze Eduardo, mentre per
l'Hellas Abbate sostituisce il sopracitato centrocampista Halfredsson. Strana
sostituzione quella dell'islandese, non brillante ma che può sempre risolvere
una partita. All'82' ci prova Viviani dai 20 metri, due minuti dopo Cacia
sfiora il gol su un improvviso missile terra-aria in diagonale, Silvestri ci
mette una pezza e devia in angolo. All'85 entra De Vitis, figlio di Antonio ex
leggenda del Verona, mentre per gli ospiti entra il temuto Bojinov per
Martinho, con Mandorlini che azzarda il 4-2-4. Quattro minuti di recupero e
Cacia che al 93' colpisce di testa, para sicuro Silvestri. Ormai si aspetta
fremendo la fine, il Verona fa paura per le sue individualità che possono
colpire da un momento all'altro. E' ormai il 94', tempo quasi scaduto, Raimondi
si invola sulla destra. Pare andare verso l'angolo per perdere tempo, invece ci
prova. Salta Moras, poi finta con cui si libera di Abbate, tiro in mezzo a due
e... GOL! Esplode l'Euganeo, è il tripudio biancoscudato, mentre l'arbitro
fischia la fine.
Silvestri 6.5: fa buona guardia e si esibisce in un
paio di parate difficili.
Cionek 6.5: un mastino. Si fa vedere anche in avanti,
guadagna qualche fallo e supporta bene la fase offensiva oltre ad essere la
solita certezza dietro.
Piccioni 5.5: insufficienza lieve. Andrò
controtendenza ma i due clamorosi lisci potevano rivelarsi errori colossali,
palle gol nette. Per il resto fa bene ma non si possono ignorare quelle sviste.
Trevisan 6.5: solido, efficace, pragmatico. Poco
spettacolo, tanta sostanza. E cattiveria: prende un giallo-arancione su un
brutto intervento su Gomez... meglio così, ci vuole grinta.
Legati 6.5: grande partita in una posizione inusuale,
certo i cross non sono il suo forte ma dopotutto sarebbe un difensore centrale,
l'esterno non è propriamente il suo... anche se migliora a vista d'occhio.
Viviani 5.5: regia semplice e priva di personalità,
un passo indietro rispetto alle precedenti gare giocate partendo da titolare.
Dall'85 De Vitis: SV Torna in campo dopo una lunga assenza per scelta
tecnica.
Cuffa 5.5.: il suo apporto in termini di carattere e
morale sono innegabili e non mancano mai. Sul piano tecnico però appare in
affanno, ha giocato troppo ultimamente per essere lucido. Una giornata di
riposo non gli farebbe male.
Renzetti 7: ara la fascia dall'inizio alla fine,
mette un cross-assist per Farias, è accorto pure dietro, lancia le punte,
sbroglia la matassa in difesa. Partita maiuscola.
Farias 7: la spina nel fianco della difesa
avversaria. Corre di qua e di là, pressa come un forsennato, dribbla, passa,
tira... e segna. Esce stremato, abbattuto solo dai crampi. Dal 77' Ze
Eduardo: SV
Granoche 5: il gol non sa (più) cosa sia, è appurato.
Impreciso di testa e nel tempismo nel saltare, non punge mai. Mezzo punto in
più per l'impegno encomiabile, il suo lavoro sporco non si discute.
Cutolo 4.5: a
Verona lo chiamano “l'ottavo nano malefico”, continua il suo pessimo inizio di
stagione, fatto di egoismo, poca freddezza e conclusioni improbabili.
Panchinatelo perchè non se ne può più. Dal 72' Raimondi 7: sfrutta la
finora unica occasione datagli da Pea. Il padovano DOC corre a una velocità
davvero impressionante. Sull'ultimo pallone nessuno ci avrebbe creduto, invece
lui, animato dal cuore biancoscudato, l'ha scagliato in porta con un tiro da
cecchino.
Dopo il passo falso di Castellammare, la “palestra” come Pea
l'ha definita, la squadra ha ripreso la sua corsa con una partita
straordinaria, giocata sui nervi, l'attenzione, il gettare il cuore oltre
l'ostacolo. La mano dell'allenatore si vede, e con essa i continui progressi.
Un derby fantastico, sul campo e fuori, vinto nella maniera più bella.
Prossima tappa Vicenza. Un osso duro, nonostante la
sconfitta di Bari hanno dimostrato di essere quantomeno una squadra, non un
mucchio di persone come l'anno scorso. Nondimeno i biancoscudati dovranno
andare nel capoluogo berico per i tre punti, consapevoli e determinati.
Giocando come ieri, nulla è precluso.
P.S.: chissà come gli fischiano le orecchie, al noto
giornalista veronese...
Antonio
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